Sei corporazioni pronte a colorare le vie della città

Sono in tutto sei le contrade mortaresi, sei come le zone in cui venne simbolicamente divisa la città agli inizi degli anni Settanta su iniziativa dell’allora sindaco Ercole Delconte. Il Moro comprende l’area centrale di Mortara, dove è situata piazza Silvabella e l’antico palazzo del Moro, nel XV secolo sede estiva del duca di Milano. Rappresentata dalla corporazione dei cacciatori, detiene i colori verde e giallo. È invece la contrada La Torre a racchiudere tra i due corsi principali una buona fetta del retaggio storico della città. Qui si trova infatti la chiesa di Santa Croce, in passato sede dei famosi monaci dell’ordine mortariense. Rappresenta la corporazione degli orafi, che Ludovico Maria Sforza riceveva ripetutamente presso la sua corte per ammirare i lavori più prestigiosi. Anche i colori con i quali la contrada si fregia, il giallo ed il nero, stanno a rappresentare l’uno il nobile materiale e l’altro il tessuto sul quale i maestri orafi depositavano il frutto del loro faticoso lavoro. È la leggenda di un antichissimo mulino a tramare, invece, la storia dei colori rosso e giallo della contrada Le Braide: un mulino che portava lo stesso nome e che concorse sensibilmente alla crescita del borgo, tanto da essere rappresentato nello stemma. Il territorio che la contrada “occupa” in epoca odierna è quella del rione di San Pio X, che fa perno attorno a corso Torino ed è rappresentata dalla corporazione dei mugnai e dei contadini. Dalla storia delle sfide giocate negli anni fino ad oggi è emerso vittorioso su tutti lo stendardo bianco-verde della San Cassiano. Corrispondente all’allegra contrada dei vignaioli, una delle più centrali e storiche di Mortara. Il nome deriva da un romano, maestro di scuola, martirizzato a colpi di stilo nel IV secolo dopo Cristo, nell’ambito delle persecuzioni cristiane. Sono, invece, il rosso ed il blu i colori della contrada San Dionigi, nata nel 1971 grazie al prezioso contributo di Ermanno Lesca, per decenni vero regista della sfilata mortarese. Il suo territorio di permanenza forma un vero e proprio cuscinetto tra le zone centrali che si affacciano sul corso principale e quelle di insediamento più recente: è rappresentata dalla corporazione dei fornai. La contrada bianco-azzurra di Sant’Albino (corporazione dei fiorai), che comprende oggi l’abbazia simbolo di Mortara, era stata in origine un vero e proprio borgo, nato da un insediamento gallico denominato “Selva Bella”. Successivamente fortificato, divenne feudo dei marchesi di Monferrato passando in seguito ai Visconti ed agli Sforza. 

Il Magistrato

Il Magistrato delle Contrade, fondato il 24 aprile 2013, è un’associazione composta dalle sei corporazioni mortaresi e si occupa dell’organizzazione del corteo storico e del gioco dell’Oca, gestendo gli aspetti scenografici e di contenuto della parte rievocativa della Sagra, in sinergia con il Comune di Mortara ed il Comitato Organizzatore. Il vertice dell’associazione, il cui mandato dura in carica dodici mesi esatti, è costituito da tre delegati di altrettante Contrade: l’avvicendamento annuale permette così la rotazione delle cariche e il coinvolgimento di tutti i soggetti che aderiscono al sodalizio.